Questa volta Sarkozy stava per fare una tripletta: in soli due giorni una figlia, una vittoria in guerra e un Governatore della Banca d'Italia. Ma qualcosa è andato storto.
Augurando all'inquilino dell'Eliseo che il vincolo biologico che lo lega alla figlia - Dalia o Julia che sia - risulti più intenso del nesso politico che (non) lo avvince al Governatore designato della Banca d'Italia, Ignazio Visco, diciamo che per una volta il nostro Governo, smarcandosi dai 'desiderata' di Sarkò, ha salvato la faccia.
Quanto alla "vittoria" della guerra di Libia, icasticamente rappresentata, per gli amanti del genere 'splatter', dalle immagini del cadavere di Gheddafi, direi due cose soltanto: il linciaggio 'contra jus' del pur sanguinario dittatore, non ferirà il cuore amantissimo e sinistrorso del cantore della 'libertè' Bernard-Henry Levy, tanto più che con questo successo Sarkò rischia di prolungare la sua permanenza all'Eliseo? E poi, per concludere, direi che noi, da bravi italiani, abbiamo adesso l'occasione di farla di nuovo in barba a Nicolas, tessendo col nuovo governo libico rapporti diplomatici ed economici che mettano in risalto la vicinanza geografica e una storia comune - benché tempestosa - e facciano così sbiadire le ragioni, venali, di un leader che ha scelto una guerra di "liberazione" straniera solo perché i sondaggi elettorali 'domestici' lo davano per spacciato.
Tutto ciò, sia ben inteso, col consueto affetto verso i cugini d'oltralpe, e attendendo con ansia di batterli di nuovo ai prossimi Europei.
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